di Piero Pessa
Nel mese di ottobre, il mercato automobilistico italiano ha registrato 116.875 nuove immatricolazioni, in calo del 11,9% rispetto allo scorso anno. Questo è stato il 13° mese che ha registrato un valore negativo. Di questo passo si può calcolare che, nel 2012, le nuove immatricolazioni si fermeranno probabilmente a quota 1.430.000 vetture.
Il rapporto tra crisi economica e declino del mercato è evidente: nei fatti, il consumo dei carburante è diminuito del 10% nei primi 8 mesi del 2012, mentre il mercato della bicicletta registra 1,7 milioni di unità vendute, superando il mercato delle auto per la prima volta in oltre 20 anni.
Il grafico dell’Anfia illustra quali sono stati gli andamenti del mercato negli ultimi 10 anni e gli effetti della crisi.
Le quote di mercato della Fiat sono rimaste stabili, soprattutto grazie alla vendite della Panda. In tal senso la Fiat riconferma la sua capacità di reggere nei segmenti bassi del mercato, quelli a minor redditività, ma continua a denunciare una evidente debolezza nei segmenti alti di gamma.
Alla fine di Ottobre, Sergio Marchionne ha presentato il nuovo piano industriale, confermando anche che non intende chiudere altri stabilimenti in Italia. La novità più rilevante è stata il cambio di strategia sul portafoglio prodotti, con l’annuncio di voler muoversi verso i mercati dei segmenti alti di gamma. La domanda che molti si pongono è la seguente: si tratta di una strategia credibile o di una nuova boutade per guadagnare tempo?
I dubbi sono molti poiché il mercato dei segmenti alti di gamma è già robustamente presidiato da concorrenti agguerriti (BMW, Mercedes, Audi ecc.) e la Fiat non ha una grande tradizione nella produzione di questa tipologia di prodotto. La nuova strategia di mercato richiederebbe dei cambiamenti in alcuni settori vitali dell’azienda, cambiamenti che, per il momento, non si vedono.
Nel frattempo la Fiat mantiene sostanzialmente le quote di mercato in Italia, ma continua a perdere in Europa. Marchionne promette di investire negli stabilimenti italiani quando il mercato si riprenderà, forse nel 2014 o forse nel 2015. A parte i legittimi dubbi su una strategia di rinvio del rinnovo della gamma di prodotto, che i produttori di maggior successo non seguono, è necessario porsi la domanda su come il mercato italiano – il punto di forza della Fiat in Europa - si riprenderà.
Il grafico dell’Anfia, sopra riportato, ci mostra che nel periodo precedente alla crisi il mercato italiano viaggiava tra 2,2 – 2,4 milioni di vetture/anno, qualificandosi come il secondo mercato in Europa dopo la Germania. Tuttavia è credibile che raggiungeremo ancora questo livello di vendite nel prossimo futuro, anche a fronte una ripresa economica?
Alla domanda alcuni analisti danno una risposta negativa considerando due fattori: il primo è ovviamente l’incidenza della crisi nei modelli di consumo degli italiani, poiché il peso del fisco, anche se sarà attenuato, graverà per molti anni in funzione del contenimento del deficit del paese. Il secondo riguarda l’eccezionalità del parco circolante in Italia: 61 vetture ogni 100 abitanti, contro i 50 – 51 di Germania, Francia e Regno Unito. Per questi motivi alcuni analisti del settore prevedono che il nostro paese si avvicinerà ai valori di densità auto/abitanti degli altri paesi europei.
Se queste previsioni sono esatte ci si deve aspettare che il mercato italiano non ritornerà ai livelli pre-crisi ma si ridurrà ulteriormente forse a 1 milione di vetture annue, recuperando successivamente a 1,5 milioni nel prossimo decennio.
Torino 11 novembre 2012
Il mercato italiano dell’automobile
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