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Di: Lavoro&Welfare di martedì 15 aprile 2014 13:47

L’Avventiziato

di Nicola Palombo, Assemblea Nazionale Partito democratico

 

Iniziamo dalla definizione.

AVVENTIZIO: (agg.) Instabile, incerto, provvisorio, detto di persone e di cose. Impiegato a. (o avventizio s. m.), nell’impiego pubblico, impiegato assunto al di fuori dei posti previsti in organico e di regola con lo scopo di provvedere a necessità straordinarie e transitorie della pubblica amministrazione.

 

Premessa.

Pur non essendo un esperto di diritto del lavoro si può facilmente capire che il fenomeno dell’avventiziato è una delle prime forme di lavoro precario in quanto legato a necessità straordinarie come gli aumenti di produzione imposti dal mercato. Infatti in una logica produttiva dove prima si vende un bene/servizio e poi lo si produce, l’impresa diventa facilmente schiava degli andamenti oscillatori del mercato. Storicamente la precarizzazione del lavoro ha rappresentato il modo migliore per riequilibrare questa instabilità.

 

Caso particolare.

Nella mia attività politica mi sono imbattuto nel caso degli avventizi dello Zuccherificio del Molise. Con questi lavoratori ho potuto notare come il contratto d’avventiziato sia stato distorto su vari piani e livelli. Prima di mettere in luce le distorsioni, mi preme far capire il meccanismo con cui i lavoratori sopracitati hanno lavorato per 25/35 anni.

Meccanismo: Si era assunti tra marzo e aprile. Il contratto terminava ogni 31 dicembre. Si lavorava quindi per 7/8 mesi e i restanti erano coperti dall’uso degli ammortizzatori sociali, dato che con il lavoro svolto si erano maturati i requisiti. Un accordo sindacale permetteva di avere un diritto di precedenza sull’ assunzione dell’anno successivo.

1° Distorsione: Con questo meccanismo, i lavoratori sono stati a tutti gli effetti dei lavoratori dipendenti dell’azienda, indipendentemente dalle regole del mercato. Infatti per loro sarebbe più giusto parlare di avventiziato storico; per distinguerli da coloro che effettivamente vengono assunti per un breve periodo di tempo a causa di eventi eccezionali.

2° Distorsione: Questi lavoratori hanno sviluppato tali competenze da essere utilizzati come meccanici, elettricisti e strumentisti specializzati addetti alla manutenzione dell’intero stabilimento, nel periodo di fermo degli impianti e di capo-turno, capo-reparto ed ispezione meccanica, elettrica e strumentale, nel periodo di produzione vera e propria. Tutto ciò, di nuovo, collide con la natura di eccezionalità dell’avventiziato.

3° Distorsione: Si è creato di fatto un lavoratore di serie B che pur di essere riconfermato si adegua a ricoprire le mansioni più pericolose e impegnative con la speranza di conquistare un giorno il contratto a tempo indeterminato. Un vero e proprio cappio al collo su cui la mala politica ha basato il proprio consenso e controllo del voto e su cui un sindacalismo superficiale ha indietreggiato verso il compito di difendere tutte le categorie di lavoratori (soprattutto le più svantaggiate) anche se fossero composte da una sola unità lavorativa (incidendo poco nelle logiche di rappresentanza sindacale).

Risultato Finale: Nella crisi che ha colpito lo Zuccherificio del Molise, i primi ad accorgersene sono stati gli avventizi. Non avendo nessuna garanzia contrattuale degna di questo nome, i mesi in cui sono stati contrattualizzati nelle ultime due annualità sono stati ridotti a 3/4 (ovviamente trascorsi con innumerevoli contratti da qualche giorno, perché alla precarietà non c’è mai fine!), impedendo fra l’altro il raggiungimento dei requisiti per gli ammortizzatori sociali a loro volta ridotti dalla riforma Fornero. Oltre al danno la beffa di dover lavorare in condizioni di estrema pericolosità in uno stabilimento dove la manutenzione non è stata effettuata perché non si è fatto lavorare chi doveva occuparsene. Nel tentare di risolvere la situazione prima del periodo di produzione, l’ulteriore difficoltà di difendere dei lavoratori che, non avendo per quell’annualità un contratto, non sono considerati tali.

 

Conclusioni.

Si può supporre che, con le dovute peculiarità, il caso degli avventizi dello Zuccherificio del Molise non sia isolato e circoscritto, ma sia di carattere e natura generale. Sarebbe doveroso conoscere i numeri del fenomeno per intraprendere iniziative idonee alla risoluzione del problema per ripristinare uno stato di giustizia per troppo tempo calpestato.

L’obiettivo di tutti dovrebbe essere individuare un percorso che porti alla stabilizzazione per coloro che sono stati avventizi storici (persone sulla cinquantina di difficile ricollocazione, ma lontani dal pensionamento).

Nel breve periodo bisognerebbe riuscire a trovare una copertura reddituale per questa categoria di lavoratori. In effetti il trand europeo è quello di una universalizzazione degli strumenti del sostegno al reddito, come dimostrano i redditi minimi di cittadinanza (o similari) introdotti dai paesi membri più progrediti. La rotta del PD, inserito nel solco del socialismo europeo di stampo riformista e progressista, non può che essere il rafforzamento dello stato di diritto e la lotta alle ingiustizie e alle diseguaglianze.

 

Montenero di Bisaccia, 10 aprile 2014

 

 

 

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