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Di: Lavoro&Welfare di domenica 3 gennaio 2016 23:28

Che tutti abbiano un lavoro!

A cura di

Salvatore Castrignano - Coordinatore Provinciale Associazione Lavoro&Welfare di Capitanata

Con questo significativo monito ed auspicio di Papa Francesco vogliamo prendere commiato dall’anno che sta per finire, fiduciosi che il nuovo anno e quelli a venire possano rivelarsi più forieri di opportunità occupazionali e condizioni di vita dignitose per quanti sul lavoro basano la costruzione del proprio futuro, il benessere dei propri cari, della comunità e del Paese che li accolgono.

Tuttavia sappiamo, non ci stancheremo mai di ribadirlo, che la creazione e la tutela di un diritto-dovere come il lavoro, in uno specifico contesto produttivo, economico, sociale e territoriale, è il risultato dell’operosità e del buon uso delle risorse e delle responsabilità collettive. Dunque sono fondamentali le azioni di quanti ci rappresentano nei luoghi delle decisioni, per consentire a tutti adeguate ed idonee opportunità.

Pensiamo che vi siano almeno tre presupposti prioritari da realizzare affinché possa finalmente aprirsi una prospettiva che permetta a tutti di conseguire il diritto al lavoro, non solo ad una parte limitata di “privilegiati” e di … raccomandati.

In primo luogo c’è la necessità di dare il giusto risalto alle potenzialità dei nostri sistemi territoriali. Quelle naturali, paesaggistiche, architettoniche, ma anche agroalimentari, manifatturiere, artigianali da implementare con la ricerca e con le tecnologie innovative, rappresentano le eccellenze di cui le regioni del Mezzogiorno ampiamente dispongono. Esse vanno fatte compiutamente esplodere nella loro dimensione e qualità, con sinergie tra le Istituzioni locali e incoraggiando le imprese e i giovani ad esprimersi con dinamismo, progettualità, competenze. Il Mezzogiorno merita attenzioni e interventi più coerenti da parte del Governo nazionale. Perché ciò avvenga i Programmi come l’annunciato Masterplan devono far leva e sollecitare il protagonismo degli attori più significativi dei territori interessati, i quali a loro volta dovranno agire facendo valere visioni e proposte condivise.

Poi vi è la coerenza tra gli annunci, gli atti, le norme di legge e ciò che realmente si fa. Affermare che il diritto al lavoro va garantito a tutti vuol dire regolare e rendere possibile, mediante funzioni di valenza pubblica, il controllo ed il governo del mercato del lavoro. È quanto ci si propone di fare con le norme di legge che hanno recentemente riformato i servizi per l’impiego. Esse affidano un ruolo fondamentale ai Centri per l’Impiego e demandano alle Regioni le competenze organizzative per rilanciarne le attività. La situazione attuale è a dir poco paradossale, con personale inadeguato (soprattutto per le ridottissime dimensioni numeriche) e sistemi di valutazione della produttività che sono più utili probabilmente al tornaconto di qualche burocrate che non a quanti nel territorio cercano un lavoro. È necessario che i CPI, quelli della nostra Capitanata certamente, non siano luoghi autoreferenziali ma interagiscano fattivamente con il territorio e con i suoi sistemi produttivi. Occorre che il Governo regionale, al di la degli attuali tatticismi strategici nei rapporti con il Ministero del Lavoro, esprima al più presto il suo piano d’azione per dare una positiva continuità ai servizi pubblici per l’impiego.

Infine, ma non ultimo, pensiamo vada ripristinata una corretta scala delle priorità nel welfare, per far fronte al disagio del non lavoro. Se il lavoro viene prima di tutto, non può essere che la sua mancanza, ove non tutelata da strumenti di integrazione salariale, abbia una importanza secondaria o addirittura residuale rispetto ad altri fattori economici e sociali. Con fior di miliardi di euro si fanno salvataggi di banche, si sostengono spese militari, si coprono i costi sociali di una fiscalità ancora troppo benevola con i tanti evasori, mentre non si riconosce il diritto di sopravvivere a persone che pur volendolo, non trovano da lavorare. Proposte come quella di un Reddito di Dignità fatta dalla Regione Puglia rappresentano un primo significativo passo, anche se sarebbe preferibile che le stesse risorse fossero impiegate per opportunità di lavoro stabile. Ma speriamo che qualcuno a Roma cambi presto idea e che assuma a funzione del Governo nazionale quella di dare ad ognuno il diritto di essere cittadino. Dell’Italia.

 

Foggia, 29 dicembre 2015

 

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