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Di: Lavoro&Welfare di martedì 15 aprile 2014 13:52

Lavoro a termine, ma con diritto di precedenza

I lavoratori non sono una merce usa e getta. Renzi introduca il diritto di precedenza per il lavoratore tra un contratto e l’altro.

Il concetto è semplice: insieme alla convenienza per il datore di lavoro di ricorrere al tempo determinato senza vincoli, si stabilisca il diritto del lavoratore ad essere richiamato se l'azienda ha di nuovo bisogno di quel lavoro.

Questo intervento consentirebbe anche di ridurre o annullare l’impatto negativo che il decreto 34/2014 avrebbe sull’occupazione femminile e sulle possibili violazioni a discapito delle donne in gravidanza.

 

Caro Presidente del Consiglio Renzi e caro Ministro del Lavoro Poletti,

se, come avete più volte dichiarato, volete superare il dualismo nel lavoro, se avete a cuore i giovani e se siete convinti che le imprese vogliano modalità più flessibili solo per conoscere meglio i lavoratori e non per approfittare della loro condizione di precarietà permanente, allora, date concretamente la possibilità al lavoratore che fa il suo dovere di continuare a lavorare quando il datore di lavoro, scaduto il contratto, ha nuovamente bisogno di quell’attività.

Il Decreto Legislativo sui contratti a termine, elimina ogni motivazione per attivare un contratto a tempo determinato e prevede un numero consistente di proroghe (attualmente 8) e di rinnovi.

Rispetto alla situazione precedente queste norme creano oggettivamente una discontinuità maggiore e, quindi, una maggiore precarietà dei lavoratori.

Per questo è necessario introdurre il diritto di precedenza per il tempo determinato, saldando una reciproca convenienza tra azienda e lavoratore.

Chiediamo, quindi, che il Contratto a Tempo Determinato attivato senza causale determini automaticamente il diritto di precedenza verso una nuova assunzione a termine, o verso un'assunzione a tempo indeterminato per la stessa attività, per chi abbia lavorato per un periodo superiore a sei mesi, anche con più rapporti di lavoro.

Il concetto è semplice: insieme alla convenienza per il datore di lavoro di ricorrere al tempo determinato senza vincoli, si stabilisca il diritto del lavoratore ad essere richiamato se l'azienda ha di nuovo bisogno di quel tipo di lavoro.

Questo intervento consentirebbe anche di ridurre o annullare l’impatto negativo che il decreto 34/2014 avrebbe sull’occupazione femminile e sulle possibili violazioni a discapito delle donne in gravidanza.

 

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