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Di: Lavoro&Welfare di domenica 15 novembre 2015 10:56

“Sul calcio apriamo una Riflessione”

"Ancora una volta il calcio italiano si trova esposto a critiche roventi a causa di espressioni, assolutamente inaccettabili, del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio che, stando a quanto ascoltato e riportato dai media si é espresso in modo spregiativo nei confronti di ebrei e omosessuali. Se trattasi di ricatto, complotto, trappola o quant'altro di simile, come si dichiarato dal presidente della federazione, sarà compito della magistratura stabilirlo. Quelle frasi noi le abbiamo sentite e peraltro si sommano ad altre incredibili performance di pari livello, come quelle altrettanto sgradevoli di "Opti Poba mangiabanane" o delle "donne handicappate". E non ci si può limitare a definirle gaffes perchè altro non sono che espressioni di una cultura razzista, intrisa di pregiudizi e discriminazioni che, nel mondo dello sport, come in tutti gli altri mondi del resto,  non dovrebbero avere nessun diritto di cittadinanza e dovrebbero portare ad un allontanamento di chi se ne fa portavoce.

E ancora una volta, come anche sottolineato in alcuni editoriali dei principali giornali italiani, ci accorgiamo di quanto sia grave il danno che deriva da simili atteggiamenti nei confronti di una delle principali industrie del paese e della più diffusa passione sportiva degli italiani. Forse è davvero arrivato il tempo, al
di là di come finirà l'ennesimo "tavecchiogate",  di avviare una riflessione profonda sulla qualità della gestione di un settore che produce fatturati enormi, che offre un lavoro a migliaia di persone  e che coinvolge milioni di tifosi che meritano rispetto. E a proposito  di tifosi ogni tanto andrebbe ricordato che tutto il sistema si sostiene  proprio  sugli abbonamenti alle pay-tv da parte di persone e famiglie che magari con sacrificio, pur di seguire la propria  squadra del cuore, spendono tra gli 800 e i 1000 euro l'anno. Queste persone, così come chi nel calcio ci lavora, meritano che questo settore sia gestito da dirigenti che abbiamo i fondamentali requisiti, oltre a quello della competenza, della sobrietà e del senso di responsabilità."

Luciana Dalu, Componente del Direttivo dell'Associazione Lavoro&Welfare

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