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Di: Lavoro&Welfare di martedì 1 dicembre 2015 14:13

L’ESPERIENZA ITALIANA DI UN OPERATORE DEL RISPARMIO ENERGETICO

di Maurizio Merlo 

Parte Prima

Lo sviluppo economico è sempre più legato ai temi del risparmio energetico, delle energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale. Non è più realistico, oggi,  costruire processi di crescita civile e economica in Italia come nel mondo prescindendo da questi  fattori. Essi sono  giustamente ritenuti  centrali nel  fondare qualsiasi strategia che guardi al futuro, sia per il settore pubblico che per le imprese. Il settore “energia” non può dunque  prescindere da una rigorosa visione di management imprenditoriale  pubblico e privato nella gestione delle risorse e degli assets.

Sul tema dell’energia si incrociano d’altronde emergenze planetarie decisive per il  futuro dell’Umanità. Esse impongono strategie d’innovazione tecnologico-scientifiche e di risparmio delle risorse (naturali, economiche, lotta agli sprechi) su cui fondare le politiche di sviluppo. Il mondo è sempre più rapido e complesso nel susseguirsi degli eventi che spesso sfuggono al controllo dei Governi e della Politica, dai mutamenti  dei processi geo-politico-economici ai salti sempre più ravvicinati delle rivoluzioni scientifiche. Queste tendenze richiedono ormai da tempo risposte sempre più lungimiranti, ponendo maggiore centralità alla necessità di una governance  anche  mondiale (pubblico/privata) dei processi complessi del settore.

A questa vision va collegata  la capacità di governance dei singoli  governi locali e delle singole imprese nei territori e negli aggregati socio-economici. Si tratta di un impegno  su  vasta scala che deve prestare attenzione alla multiformità dei localismi e delle singole realtà d’impresa.

Ragionando specificamente  sui temi dell’“energia” assume sempre più valore l’impegno a strutturare ogni strategia tenendo ben presente la necessità di  due grandi riferimenti  di contesto :


  1. la costruzione e la manutenzione continua di una “Cultura delle reti del sapere, dei linguaggi e degli strumenti” funzionale a far circolare informazioni, comunicazione, benchmarking, ricerca scientifica, esperienze di start up imprenditoriali,   nonchè  a  far maturare proposte di eccellenza energetica;

  2. la definizione di  “Smart Energy Network”, di reti intelligenti sui temi dell’energia costruite all’interno di singoli “cantieri” (tematici, territoriali, ambientali, imprenditoriali, scientifici, tecnologici). Networks che consentano nuovamente la circolazione di idee, l’aggiornamento e la fotografia di singole proposte di  smart  energy  utili all’ulteriore elaborazione di strategie d’innovazione e di risparmio del settore, elaborate in modo originale nei singoli ambiti.


A titolo esemplificativo, sono professionalmente testimone  di come  sia  possibile in materia di illuminazione pubblica e privata (settore sul quale opero da tempo in veste di consulente/sviluppatore di Esco e Società commerciali) che i Comuni, per l’illuminazione delle Città, e le Imprese, per la illuminazione degli impianti,  possano autofinanziare l’innovazione tecnologica con il risparmio di consumo energetico ottenuto dalla realizzazione di impianti ad alta innovazione.

Partendo da tali strategie è possibile :

migliorare la qualità riducendo drasticamente l’impegno finanziario e quindi il costo a carico delle Comunità;

produrre sviluppo economico e importanti utili d’impresa per le imprese che operano nel settore a vario titolo (produzione e servizi, capitali finanziari), generando a catena :

  • servizi di qualità;

  • costi sociali minori:

  • cultura della cooperazione e posti di lavoro;

  • ciclo continuo di messa a norma degli impianti;

  • riduzione dell’inquinamento ambientale;

  • infrastrutturazione per future strategie di Smart City.


Per i Comuni in particolare (parliamo naturalmente di valori medi e molto approssimativi che dipendono dallo stato di partenza dell’investimento)  è possibile pervenire a riduzioni di consumi fino al 50 % annuo (a seconda delle condizioni inziali degli impianti, in termini funzionali e di messa a norma) che consentono fino a un 5-10 % di minori costi per l’Amministrazione pubblica e per i cittadini, e fino a un 40-45 % da destinare all’ammortamento dell’investimento, alle spese di gestione, di manutenzione ordinaria e straordinaria, di messa a norma costante degli impianti).

 

Le  reti

Ho curato personalmente negli ultimi anni un’attenta selezione nella costruzione delle reti, consapevole dell’importanza strategica delle stesse :

- per cominciare nell’ambito del mondo del sapere, dove vengono prodotte le idee che devono essere costantemente testate in termini di praticabilità e compatibilità;

- nell’ambito dell’uso dei linguaggi scientifici e professionali, ad es. è fondamentale, per bene operare, che uomini di settori diversi chiamati a formare “team” sappiano entrare in rete tra loro dialogando  e contribuendo a integrare “saperi” distanti tra loro ma la cui integrazione è decisiva per comuni obiettivi;

- nell’ambito dei benchmarking e degli strumenti di più disparata natura, da quelli giuridici e finanziari (individuazione delle tipologie contrattuali; individuazione delle Società investitrici più adatte al settore e al territorio) a quelli tecnologici e scientifici (scelta dei prodotti e delle tecnologie).

Queste attività di costruzione e manutenzione delle reti sono fondamentali per dare le risposte più opportune all’assunzione delle strategie. Personalmente esercito questa attività da anni e sono sempre più convinto che questo ruolo professionale, spesso ignorato, sia divenuto strategico nei settori complessi come l’energia. Probabilmente è un ruolo che, se valorizzato, eviterebbe  errori e creerebbe più opportunità di sviluppo anche nell’ambito delle realtà minori (cioè a minore complessità istituzionale e/o imprenditoriale).

 

La  Smart  Energy  Network

Immaginiamo la Smart Energy Network appunto come un network intelligente che canalizza informazioni (idee e prodotti) e relazioni (le reti di cui si parlava) da adattare successivamente al caso per caso. Nel settore energia, anche con riferimento alle mie esperienze concrete, ho individuato 3 piani. Essi devono essere considerati tutt’altro che esaustivi, e devono costituire un cantiere aperto, in continuo mutamento, sia sul livello dei singoli piani che nella loro composizione interna. Essi sono :

  1. le proposte di risparmio energetico : sul mercato è possibile selezionare le soluzioni più appropriate (sistemi di illuminazione; tipologia dei consumi energetici : cogenerazione, trigenerazione, pompe di calore; efficentamento energetico dei processi produttivi);

  2. la progettazione : dimensione fondante per la focalizzazione delle strategie e per il buon uso delle  medesime;

  3. gli strumenti giuridico-finanziari : per il mercato pubblico è sicuramente preferibile il Project Financing con Soggetto promotore; per il mercato delle Imprese private ne individuo fondamentalmente due : la Locazione operativa e l’ Energy performance contract (EPC).


Entro nel merito del punto 3, gli strumenti giuridico-finanziari, sia pubblici che privati, essendo io un operatore con formazione giuridico-economica, ma sollecito sin d’ora contributi di chi volesse intervenire in questa discussione sugli altri due terreni o eventualmente su altri terreni di approfondimento che non escludo di poter sottovalutare  o di non mettere sufficientemente a fuoco. Devo precisare che le due trattazioni che seguono nascono dall’assemblaggio di due miei specifici documenti che partendo dall’illuminazione pubblica, intesa anche come primo step di infrastrutturazione, guardano al processo più complesso di Smart City/Smart Valley. Mi scuso per eventuali ripetizioni che preferisco non rimuovere dai testi per facilitare la lettura  che ha natura eminentemente tecnica.

 

La seconda e terza parte saranno pubblicate prossimamente su www.lavorowelfare.it

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