Per offrirti un servizio su misura nuovo.lavorowelfare.it utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.  OK   Scopri di più

 
       
Di: Lavoro&Welfare di martedì 25 marzo 2014 09:59

Un quadro sulle pensioni

di Anna Giacobbe

Le pensioni sono mediamente basse e moltissimi pensionati vivono con redditi che sono al limite della soglia di povertà relativa.

Il valore reale delle pensioni si riduce con il passare del tempo. La minore capacità di spesa degli anziani è un problema per ciascuno di loro, ma anche per l'economia nazionale: il calo dei consumi è una delle ragioni della situazione di crisi, sia della produzione che del commercio.

Da molti anni è stato eliminato qualsiasi aggancio delle pensioni all’andamento dei salari o alla crescita dell’economia.

L’unico strumento per adeguare almeno in parte il valore delle pensioni rispetto alla perdita del loro valore reale è la cosiddetta “perequazione automatica”, cioè un meccanismo che, una volta all’anno adegua, pur parzialmente, le pensioni alla variazione del costo della vita, calcolato da un particolare indice dell’Istat.

Questo meccanismo ha subito negli anni molti interventi di modifica, ed a volte di blocco totale per lepensioni oltre un certo valore.

In particolare, nel 2012 e 2013, tutte le pensioni superiori a 1500 euro lordi (meno di 1200 euro netti) non hanno avuto alcun adeguamento all’inflazione.

Non che la perequazione automatica copra del tutto la perdita di valore reale. Tuttavia non avere alcuna rivalutazione,come è accaduto per un terzo dei pensionati nei due anni alle nostre spalle, ha fatto sì che ciascuno di loro abbia contribuito con oltre mille euro al risanamento dei conti pubblici e alla azione per evitare il fallimento del Paese,guai dei quali altri, evidentemente, erano responsabili.

Già in quella fase, il gruppo Pd alla Camera, in rapporto con le organizzazioni dei pensionati, aveva lavorato per"ridurre il danno", portando almeno a quel livello la platea dei pensionati protetta dall'inflazione, rispetto alle proposte del governo Monti.

La legge di stabilità, approvata dal Parlamento nel mese scorso, fa ripartire il meccanismo di adeguamento di tutte le pensioni. Lo fa con limiti indubbi, ma è questo uno dei segnali che una stagione nella quale i pensionati e il sistema previdenziale hanno pagato un prezzo altissimo alla necessità di uscire dall'emergenza, può finire.

La nostra iniziativa in Parlamento, ancora una volta in un rapporto di dialettica positiva con le organizzazioni sindacali dei pensionati, è stata dedicata a questo: non si è trattato di un fatto scontato.

L'idea che i pensionati siano una categoria tutto sommato protetta, che "almeno la pensione ce l'ha" è stata fatta circolare. Il contrasto tra le generazioni, il mettere gli uni contro gli altri i giovani e gli anziani, è uno sport praticato da chi vuole scaricare su altri le responsabilità di una situazione economica ancora difficile. Ma si fonda su una realecondizione di difficoltà e di mancanza di speranza che vivono le giovani generazioni.

La manovra Fornero sulle pensioni ha tolto molto a lavoratori e pensionati, risorse che sono andate a ripianare il debito pubblico, non a migliorare le aspettative dei più giovani.

Se le prospettive previdenziali dei giovani sono molto difficili, dipende soprattutto dalla mancanza e dalla precarietà del lavoro. La riduzione del potere d'acquisto di milioni di cittadini pensionati con reddito medio basso è un freno potentissimo alla ripresa dell'economia e del lavoro. Difendere il reddito degli anziani in pensione, e lavorare ancora per modificare le regole della previdenza per garantire anche a chi andrà in pensione tra molti anni un reddito dignitoso, così come stiamo facendo, sono parti di una stessa battaglia.

Per questo abbiamo voluto che soprattutto le pensioni tra 1200 e 1500/1600 euro, che sono il frutto di una vita di lavoro e di contributi realmente versati, avessero una buona protezione dalla perdita del potere d'acquisto. Questo abbiamo voluto con molta forza, e questo abbiamo ottenuto, in una legge di stabilità che faceva i conti con molti problemi, in tanti settori.

Allo stesso modo, proprio in occasione della approvazione di quel provvedimento, abbiamo riproposto, con l'ordine del giorno a prima firma Damiano, la questione dei redditi dei pensionati e della necessita che si trovino strumenti per realizzare un aumento reale dei trattamenti, a partire da quelli che sono bassi, ma che derivano da storie contributive vere.

È lavoro da fare discutendone insieme a chi rappresenta i pensionati; abbiamo non solo rispetto, ma riconosciamo unruolo importante alle organizzazioni collettive ed al confronto sindacale su temi che riguardano, insieme, la vita dimolte persone e la condizione sociale ed economica del Paese.

Quel metodo e quella filosofia hanno informato le scelte che nel 2007, con il governo Prodi, portarono agli accordi su"previdenza, lavoro e competitività per l' equità e la crescita sostenibile"

L'ordine del giorno votato nei giorni scorsi ha impegnato il Governo ad adoperarsi per istituire un tavolo di concertazione tra i Ministri competenti e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, proprio sul modello dell'organismo creato in attuazione di un punto importante degli accordi del 2007: lo scopo è definire misure di salvaguardia delle pensioni in essere e di valutare le esigenze e le condizioni di ulteriori interventi a sostegno dei redditi da pensione.

Un sistema previdenziale sostenibile, sia sul piano sociale che su quello economico, ha bisogno ancora che limiti vistosi e vere iniquità contenute nella normativa in vigore vengano superate. Il sistema previdenziale è la base materiale della solidarietà tra generazioni, essenziale per una società nella quale le persone di tutte le età possano vivere con dignità e nella quale le speranze dei giovani siano la felicità dei vecchi, ed il benessere dei vecchi sia fonte di tranquillità per i giovani.

 

 

 

Condividi

 

Per sostenere la nostra associazione è possibile effettuare una donazione:

C/C Postale N° 001025145325
Associazione Lavoro&Welfare
Codice IBAN: IT81W0760103200001025145325

Via Gaspare Spontini, 22
00198 Roma

Tel. 06 67606729

lavorowelfare@gmail.com