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Di: Lavoro&Welfare di giovedì 18 giugno 2015 15:16

  VII RELAZIONE AL PARLAMENTO  sulla legge 68/99

    

 Giovanni Battafarano Segretario Generale Associazione Lavoro&Welfare

CONVEGNO U.I.C. “Il lavoro fa per me” NAPOLI 11 giugno 2015

Ringrazio vivamente gli amici dell’Unione italiana ciechi dell’invito. Come sapete, ho avuto il piacere di fare il relatore sulla legge 68/99, che- vorrei ricordare – fu approvata al Senato all’unanimità e a larghissima maggioranza alla Camera. Il segreto di quel risultato fu l’ampia consultazione che svolgemmo con le associazioni, gli operatori, i protagonisti delle buone pratiche che erano in atto nel Paese. In fondo, una buona legge non nasce da un ristretto confronto tra i gruppi parlamentari, ma attraverso la regolazione giuridica di un movimento positivo già in atto nel Paese. In quella fase di consultazione, ebbi modo di conoscere Vitantonio Zito, responsabile Lavoro dell’Unione italiana ciechi, che divenne, insieme con altri dirigenti di altre associazioni, mio interlocutore stabile sulla materia. Vitantonio ha lavorato all’ILVA per oltre vent’anni come centralinista telefonico; è stato per cinque anni consigliere comunale di Martina Franca e sin da giovane ha ricoperto incarichi dirigenti nell’Unione sia a livello provinciale sia a livello nazionale. Con Vitantonio non ci fu solo interlocuzione professionale, ma anche un rapporto di amicizia e stima. Facevamo mestieri diversi, ma avevamo l’obiettivo comune di far qualcosa di buono nell’interesse delle persone disabili. Oltretutto, eravamo delle stesse parti: Vitantonio di Martina franca ed io di Taranto, ragion per cui, oltre che a Roma, ci incontravamo anche a Taranto in occasione della discussione annuale del bilancio. Durante quegli incontri, potevo constatare il prestigio e l’affetto di cui Vitantonio godeva presso gli associati e i dirigenti locali dell’Unione. Vitantonio possedeva sicura competenza nella materia lavoristica e la tenacia giusta per incalzare gli interlocutori  politici quando avvertiva ritardi e pigrizie nel portare avanti i provvedimenti  a favore degli associati e in genere le persone disabili. Perciò lo ricordo semplicemente come una persona generosa e competente, che si è battuto per gli interessi delle persone che rappresentava e ha ottenuto risultati importanti.

Nella legge 68 c’è anche il suo contributo. Tornando a quest’ultima, vorrei ricordare che la legge 68 fu giudicata allora un’importante innovazione ed personalmente ebbi modo di illustrarla in taluni Paesi europei. Essa va collocata in un clima positivo che si era determinato in quegli anni sul ruolo dei servizi sociali , sulle politiche di coesione e di solidarietà. Vorrei ricordare che in quegli anni fu varata la legge quadro sull’assistenza, la l.368/2000, di cui pure fui relatore al Senato, e la sperimentazione del reddito minimo garantito, argomento questo di cui si ritorna a parlare in questi giorni. Quel clima è cambiato e non in meglio. Non basta fare buone leggi, occorre attuarle con competenza e passione  da parte sia degli amministratori sia degli operatori; occorre naturalmente effettuare un monitoraggio della legge per cogliere i punti critici e apportare eventuali correttivi, senza stravolgere l’impianto del collocamento mirato. La grave crisi economica in corso dal 2.008 non ha aiutato e ha fornito alibi a chi voleva evitare le assunzioni previste dalla 68. L’analisi che faremo della VII  Relazione (biennio 2012-13)  ci permetterà di capire lo stato di attuazione delle legge e le eventuali azioni da intraprendere per rilanciare il collocamento mirato.

Anzitutto, va notato che la Relazione inviata ad agosto 2014 al Parlamento, non è stata ancora oggetto di discussione nelle commissioni parlamentari, che sarebbe utile promuovere tale, proprio per individuare le azioni da intraprendere. Partiamo dai dati essenziali:

TOTALE ISCRITTI

2.008         721.827                     2.013           676.775

 

ISCRITTI NELL’ANNO

2.008       99.515                         2.013              68.020

 

AVVIAMENTI

2.008   28.306                              2.013             18.295

 

POSTI DISPONIBILI

PRIVATO 26.739                                  PUBBLICO 14.499

 

Quindi gli avviamenti  sono inferiori nettamente ai posti disponibili. Diminuiscono le iscrizioni, diminuiscono gli avviamenti. In un’ottica di genere, gli avviamenti interessano le donne con disabilità in misura inferiore rispetto agli uomini in ogni area geografica. Gli avviamenti degli uomini nel 2013 diminuiscono del 3% rispetto al 2012; quegli delle donne del 6%. Se guardiamo alle modalità di assunzione, viene fuori che il 36% ha trovato lavoro attraverso parenti, amici o conoscenti; il 23% attraverso un concorso pubblico; solo l’11% attraverso un centro per l’impiego. Il ruolo del servizio pubblico cresce fino al 36,8% per l’avviamento delle persone che hanno limitazioni funzionali gravi. Gli avviamenti nelle aziende non obbligate (sotto i 15 dipendenti) rappresentano il 15% del totale.  C’è da annotare infine i molti esoneri parziali e le numerose sospensioni temporanee; di converso le sanzioni comminate per ritardato invio prospetto informativo sono 23 all’anno; le sanzioni per ritardato adempimento dell’obbligo sono 150 all’anno. La Relazione non fornisce indicazioni relative all’ammontare dei versamenti che confluiscono nei vari Fondi regionali né il numero e il tipo di sanzioni comminate ai dirigenti pubblici.

Inutile proseguire con ulteriori numeri. Conviene ragionare sulle cause e sui possibili rimedi. Le cause degli insoddisfacenti avviamenti sono essenzialmente due: la crisi economica e la cattiva attuazione della legge. Sulla prima causa possiamo far poco, però possiamo batterci affinché la crisi non sia strumentalizzata per rinviare le assunzioni. Due anni fa, fu emanata una circolare della Funzione pubblica, che autorizzava il rinvio delle assunzioni con la motivazione della crisi. Con una forte iniziativa della associazioni e con varie interrogazioni parlamentari, si costrinse il Ministero a ritirare la circolare. Grazie a questa battaglia, si è ottenuto che  Il decreto Madia n.90/2014 esclude dai limiti delle assunzioni il personale appartenente alle categorie protette. Sulla cattiva attuazione della legge, si può fare più di qualcosa. Cominciamo dal settore pubblico. C’è una norma della legge 68 che recita “Ai responsabili, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n.241, di inadempienze di pubbliche amministrazioni si applicano le sanzioni penali, amministrative e disciplinari previste dalle norme sul pubblico impiego”. Spetta ai dirigenti pubblici procedere alle assunzioni, se non lo fanno, sono passibili di sanzioni. Non amo la via sanzionatoria e ritengo che, prima di arrivare ad essa, occorre premere sulle Amministrazioni  con le buone ragioni della legge e degli interessi delle persone con disabilità. Ma se dovesse perpetuarsi l’inerzia, penso che sia giusto percorrere anche quella strada. Naturalmente occorre anche conoscere i posti disponibili e quindi procurarsi una mappa delle scoperture nel settore pubblico del proprio territorio: enti locali, Camera di Commercio, ASL, aziende pubbliche, uffici periferici dello Stato. Occorre poi valutare come funziona il comitato tecnico : gli organici sono al completo o mancano figure tecniche rilevanti? La commissione provinciale per il lavoro dei disabili si riunisce regolarmente? La trasformazione delle Amministrazioni provinciali sta determinando rallentamenti o paralisi? La commissione per l’accertamento dell’invalidità procede celermente? Di fronte a situazioni di inerzia, penso che sia necessario muoversi, possibilmente in modo unitario con altre associazioni e sindacati per far rispettare la legge. C’è poi il nodo delle risorse. Com’è noto, la legge ha istituito il Fondo per l’inserimento lavorativo dei disabili, che viene ripartito tra le varie regioni. Dal 2.000 in poi spesso il Fondo è stato ridotto, senza che ci fosse adeguata reazione; talvolta il Fondo regionale non è stato utilizzato per il lavoro delle persone con disabilità, ma per fare altro, ad esempio costruire un tratto di strada, anche qui senza adeguata reazione. Quest’anno il Fondo è stato incrementato sino a…ma occorre vigilare affinché le risorse siano utilizzate a livello regionale presto e bene e non siano stornate per fare altro. C’è infine il ruolo dei centri per l’impiego. Com’è noto, il numero degli operatori in Italia è largamente inadeguato specie in confronto con gli analoghi servizi di altri Paesi europei come Germania e Regno Unito. Il Governo istituirà nei prossimi mesi l’Agenzia nazionale per l’occupazione, che assorbirà i centri per l’impiego. Occorre vigilare affinché nella nuova organizzazione i servizi per il collocamento mirato abbiano adeguata e qualificata soluzione.

Concludo. La VII Relazione ci consegna dati negativi, ma anche l’esigenza di avviare una forte iniziativa per rilanciare l’inserimento delle persone con disabilità attraverso un’azione convergente della buona politica, delle associazioni e dei sindacati. Si avvertono i primi timidi segnali di ripresa economica, che non può non accompagnarsi con una ripresa dell’occupazione delle persone con disabilità per ragioni di carattere politico, morale, economico.

 

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