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Di: Lavoro&Welfare di venerdì 5 ottobre 2012 17:29

Fiat: tutte le angustie del mercato

di Aldo Enrietti (tratto da Rassegna Sindacale n. 33 del settembre 2012)

Partiamo da alcuni dati: innanzitutto, la produzione italiana del 2011 è di poco superiore a quella del 1959 avendo toccato il massimo nel 1989 con quasi 2 milioni di vetture. Considerando solo gli anni a partire dal 2000, la produzione del 2011 era pari al 34% del 2000.



































































































1956 279.909
1957 318.791
1958 369.386
1959 470.674
1960 595.923
1961 693.695
2000 1.422.284 100
2001 1.271.780 89.42
2002 1.125.769 79.15
2003 1.026.454 72.17
2004 833.578 58.61
2005 725.528 51.01
2006 892.502 62.75
2007 910.860 64.04
2008 659.221 46.35
2009 661.100 46.48
2010 573.169 40.30
2011 485.606 34.14

Fonte: Anfia

 

Limitandoci alla produzione Fiat (escludendo quindi i cosiddetti carrozzieri che però nel 2000 producevano in ogni caso 50.000 vetture), nel 2000 produceva 1.354.723 vetture contro 472.404 nel 2011: analizzando i tre marchi chi ha perso di più? Se la media nazionale è stata del 65%, il marchio Fiat ha perso il 73%, Lancia il 58% e Alfa il 34%.

 

















































































FIAT ALFA LANCIA
2000 979.804 206.836 168.083
2001 850.293 213.638 132.960
2002 765.703 187.437 105.297
2003 674.677 182.469 98.797
2004 514.553 162.116 110.565
2005 458.237 132.441 109.768
2006 591.122 157.775 118.116
2007 608.801 151.811 113.626
2008 406.394 109.859 109.230
2009 429.684 104.223 111.800
2010 335.995 122.959 96.195
2011 263.652 136.127 70.614

 

Cosa è successo nel periodo? Una prima risposta è ottenibile osservando la dinamica dei segmenti[1]:

 

























































ANNI 2000 2010 VAR. %
SEGMENTI
A 94.156 0
B 714.419 370.233 -48,18%
C 213.530 118.538 -44,49%
D 244.754 23.797 -90,28%
SPORT 12.700 4.744 -64,15%
MPV 48.682 37.837 -22,28%
TOTALE 1.354.723 555.149 -59.025

 

Con la cessazione della produzione della Panda nel 2003 è venuto a mancare il segmento A.

Il segmento B cede il 50% ma la Punto, vettura cardine di Fiat, cede il 60% e viene introdotta l’Alfa Mito. Il segmento C riflette l’insuccesso della Bravo e la Giulietta che non raggiunge i volumi dell’Alfa 147. Nel segmento D la Lancia Lybra non vien sostituita e l’Alfa 159 e la Fiat Croma totalizzano meno di 24.000 vetture. La Croma esce di produzione nel 2011.

Il segmento E esprime la fine dei modelli di gamma alta in quanto non sono più prodotte l’Alfa 166 e la Lancia Thesis. La produzione delle sportive perde due terzi dei volumi, ma il 2011 vede l’uscita dal segmento con la fine di tutti i modelli (Alfa Spider, Alfa GT e Alfa Brera). Nei monovolume la situazione appare migliore in quanto alla Multipla, nel periodo, si aggiungono Fiat Idea e Lancia Musa, ma tra il 2011 ed il 2012 cessa la produzione di Multipla, Musa e Idea.

 

In sostanza sono accaduti due fenomeni:

  • il primo è il progressivo impoverimento della gamma prodotta in Italia in quanto si perdono ben 9 modelli (Fiat Panda, Alfa 166, Lancia Thesis, Fiat Multipla, Fiat Idea, Lancia Musa, Alfa Spider, Alfa GT, Alfa Brera): di alcuni  la produzione è stata spostata all’estero (Panda in Polonia e Fiat Multipla, Fiat Idea e Lancia Musa in Serbia), degli altri non  si è avuto il rinnovo del modello.

  • Il secondo è la caduta produttiva di modelli centrali come volumi nella gamma Fiat: la Punto scende da 604.000 a meno di 270.000 tra Grande Punto e Classic; la Bravo da 151.000 a poco meno di 45.000. Riguardo questi modelli la decisione di Fiat è di spostarne il rinnovo a partire dal 2014 e quindi è probabile una ulteriore sofferenza anche per i prossimi anni.

  • Il terzo è la mancata entrata in produzione di modelli previsti dal Piano Fabbrica Italia in particolare i due Suv a Mirafiori per un volume intorno alle 250.000 unità.


 

Il problema della gamma produttiva nel nostro paese e la questione correlata del rinnovo dei modelli è quindi cruciale sia nell’interpretare sia l’andamento del passato che le previsioni sul futuro dell’industria automobilistica in Italia

 

 







[1] I dati sono limitati al 2010 in quanto a quell’anno si fermano le statistiche Anfia.



 

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