di Salvatore Castrignano
Coordinatore provinciale Associazione “Lavoro&Welfare” di Capitanata
Il linguaggio della politica è anomalo.
Da 20 anni nessuno più in Italia sembra essere immune da questa sindrome, che produce regressione civile e culturale nel Paese.
Il problema principale è la crescente distanza tra il dire ed il fare.
Si propugna la giustizia sociale e puntualmente aumenta il divario tra i più ricchi e chi è indietro.
Si afferma che l'emergenza è il lavoro ai giovani e l'impiego della loro capacità intellettiva, invece si legifera per allontanarli sempre più dalle aziende private e pubbliche e dal territorio cui appartengono.
Si annunciano provvedimenti per ridurre le tasse a quanti ne pagano troppe, ma nella realtà continua ad accadere il contrario.
Si parla incessantemente di rinnovamento dei partiti, invece avviene che le competenze e le energie utili al cambiamento sono respinte e messe ai margini se non sono chiaramente omologate a chi comanda.
La declamata necessità di far valere la volontà degli elettori confligge con la prassi di continuare ad imporre dall'alto i candidati da eleggere.
Si sostiene che l'impegno politico deve tornare ad essere soprattutto fatto di volontariato mentre difatti non c'è responsabilità istituzionale e sociale di rilievo che non venga assunta, in ogni luogo, da chi fa la “carriera” o è legato al Partito da interessi particolari ed aspettative professionali.
Si pontifica sulla sobrietà delle abitudini nella vita quotidiana dei cittadini e sulla ineluttabilità dei sacrifici per le famiglie, nel contempo si consentono continui e vergognosi sperperi del danaro della collettività per i vizi e le prebende concessi a chi rappresenta i partiti nelle istituzioni.
Diciamolo con chiarezza che ormai anche i programmi sono per tutti un puro esercizio filosofico.
C'è dunque un tema etico e culturale da affrontare con immediatezza, di importanza almeno pari alla azione di accreditamento internazionale del nostro sistema economico. Senza alcuna enfasi per gli effetti determinati sul versante sociale dall'attuale Governo, direi che occorre una cura Monti per ridare dignità e presentabilità alla politica e all'insieme del sistema Paese.
Occorre una azione epocale, unitaria e autorevole, per RIFORMARE e rilanciare su basi nuove l'identità politica, sociale, istituzionale dell'Italia e degli italiani, insieme alla funzionalità dei Partiti e dei corpi sociali intermedi più rappresentativi. E' una esigenza non meno prioritaria di una più seria legge elettorale.
E' sicuramente arrivata l'ora che a governare il Paese siano le forze scelte dai cittadini, con le rispettive naturali diversità che le contraddistinguono le une dalle altre.
Ma ciò non toglie che l'onere di ricostruire la credibilità e l'autorevolezza dell'impianto democratico riguardi tutti. In questa opera, soprattutto di valenza culturale, ogni italiano deve potersi identificare. E' un percorso da promuovere oggi!
A questo contribuirebbero significative decisioni come il dimezzamento del numero dei parlamentari e dei componenti di tutti i Consigli e le Giunte degli Enti Locali; la eliminazione di tutte le indennità e le facilitazioni elargite al di fuori del compenso già stabilito, spesso pure esorbitante, per la funzione pubblica assolta, perchè assumere un impegno politico ed istituzionale non può essere considerato una ricca rendita personale a vita o una vincita al Superenalotto; il vincolo di non avere pendenze o conflitti con la giustizia per proporsi a rappresentare i cittadini nelle istituzioni; l'assenza di conflitti di interesse anche nelle funzioni politiche e nell'esercizio di responsabilità di Partito; il rispetto reale e vincolante di basilari condizioni statutarie per favorire la partecipazione democratica e il ricambio.
E' necessario stabilire dunque, con una urgente RIFORMA DEI PARTITI E DELL'ESERCIZIO DELLE FUNZIONI ISTITUZIONALI, la giusta etica nel concetto di cittadinanza responsabile e di rappresentanza degli interessi pubblici, dando agli italiani e alla comunità internazionale il segnale di svolta indispensabile non solo sul perseguimento della stabilità economica dell'Italia, ma anche e soprattutto sulla credibilità e maturità del nostro sistema politico e sociale.