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Di: Lavoro&Welfare di martedì 10 settembre 2013 10:58

SMART PICENO: L’Università, la Ricerca, l’Innovazione per il futuro del Lavoro nel Territorio

di Serena Ciprietti


Il 6 settembre 2013, ad Ascoli Pieno, presso la suggestiva Cartiera Papale, si è svolto il convegno "SMART PICENO: L'Università, la Ricerca, l'Innovazione per il futuro del Lavoro nel Territorio" organizzato dall'Associazione Lavoro&Welfare.

All'incontro hanno partecipato importanti esponenti del mondo universitario, sindacale e politico tra cui Valentino Castellani, Gaetano Sateriale, Riccardo Sanna, Pietro Colonnella, i Rettori delle Università delle Marche e il Presidente Cesare Damiano.

E' stato illustrato il progetto "smart piceno" che vuole essere un punto d'inizio di un percorso intrapreso nel piceno per dare risalto alle grandi potenzialità del territorio e costruire una città in cui si possano attivare sinergie che permettono di rilanciare il territorio e ridargli forza anche attraverso le nuove tecnologie e la banda larga che possono essere un valido strumento di unione e di comunicazione per una vasta area territoriale.

"Smart Piceno" vuole consolidare una cultura - che fa fatica ad affermarsi - d'integrazione tra le varie realtà; vuole aumentare l'attrattività del territorio, stimolare l'economia, attivare sinergie tra imprese, abbattere il gap di comunicazione esistente e agevolare il processo d'integrazione e di partecipazione dei cittadini.

Un territorio smart significa implementare le reti e gestire i servizi in modo diverso in quanto le velocità attuali presenti non sono sufficienti per i servizi alle imprese. Oggi ci sono infrastrutture che non riescono a dialogare tra loro ma se si riuscissero a creare in rete dei collegamenti, il servizio sarebbe più efficiente.

Il professor Castellani è intervenuto portando l'esempio di Torino, una città sostanzialmente in declino dal punto di vista industriale ma che ha saputo riorganizzarsi e creare un nuovo sviluppo territoriale investendo sul turismo. Secondo il professore, quando un ciclo finisce bisogna reinventare un percorso, occorre avere una nuova visione. La tecnologia è importante ma è solo uno strumento, un mezzo; bisogna capire in quale direzione può andare un sistema territoriale. Occorre individuare i punti di forza e di debolezza e poi costruire


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una visione ed è necessario soprattutto investire sulla cultura e sul turismo.

Il professore, citando Seneca che sosteneva che non ci sono venti favorevoli per i marinai che non sanno dove andare, ha evidenziato che se non si ha una visione è difficile prendere delle decisioni giuste. Occorre concentrarsi sulla qualità del capitale umano. Ci sono delle città che progrediscono e innovano perché la percentuale dei laureati è molto più alta che in altri territori. L'ecosistema innovativo è il fattore determinante che crea lavoro. Si crea lavoro con alta qualità del capitale umano. In Italia ci sono molti sistemi locali che possono innescare attrattività in un territorio ma c'è una carenza drammatica di investimenti su scuola, ricerca e istruzione.

Quindi occorre visione, progettualità, leadership, pazienza e tempo (gradualità e continuità).

Sateriale ha sostenuto che l'Italia, tra i Paesi del G7, è risultato l'unico Paese ancora in recessione e per questo occorre stimolare la crescita con delle politiche attive e con la creazione di nuovi posti di lavoro; bisogna difendere il Paese dalla crisi, tutelare i posti di lavoro esistenti e darsi come obiettivo la piena occupazione. Occorre creare un piano di lavoro che permetta di superare le arretratezze e di utilizzare le risorse esistenti per creare una nuova collaborazione tra territorio e governo centrale e produrre alta occupazione. La crescita è possibile con una nuova visione non specialistica ma che valorizzi le tantissime risorse presenti nel territorio. L’Italia può investire di più sul proprio patrimonio che è ricchissimo ed ha molti riconoscimenti di Siti Patrimoni dell’Umanità dall'Unesco. Per anni non sono stati fatti investimenti, ma si possono valorizzare le risorse presenti, ad esempio, mettendo in rete il patrimonio e organizzando un'offerta tra i vari territori. Stare sul territorio significa coinvolgere università, istituzioni e imprese per creare sinergie.

Il convegno si è concluso con l'intervento del Presidente Damiano che ha sostenuto che per procedere, per andare avanti, ci vuole una rivoluzione culturale. Una condizione essenziale è il dialogo tra gli organi centrali e la periferia. Damiano ha citato Olson che ha teorizzato che in Europa l'assenza di dialogo è diventato un elemento centrale per la destra e per dare al “Dio mercato” pieno potere. Riscoprire la parola visione è importante; occorre attuare una rivoluzione culturale ed evidenziare l'importanza della qualità del capitale umano poiché ormai siamo in un tempo in cui si pensa che studiare non serva più e le imprese pensano che non serva assumere laureati. Anche qui c'è da fare una rivoluzione perché si taglia su istruzione e cultura che sono il vero motore della crescita e dello sviluppo di un Paese.


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